...

Lei si è spogliata per me nello spogliatoio

Non vado in palestra per rimorchiare. O almeno, non lo facevo. Finché non è arrivata Sara. Corpo asciutto, leggings aderenti, top che a malapena conteneva il seno, ma soprattutto: quello sguardo da gatta in calore. Mi guardava ogni volta che facevo le trazioni. Sorrideva mentre sudavo. Si piegava lentamente quando sapeva di essere nel mio campo visivo.

Un giorno mi ha raggiunto alla macchina per le gambe.
«Ti alleni sempre alla stessa ora…» ha detto.
«Anche tu.»
«Ti piace guardare, eh?»

Non ho risposto. Lei lo sapeva. E io non negavo. Più tardi, stavo entrando nello spogliatoio maschile quando l’ho vista ferma alla porta.
«È vuoto?»
«Penso di sì.»
«Bene.»

È entrata, senza dire altro, ha chiuso a chiave. Poi ha iniziato a spogliarsi davanti a me. Lenta. Calma. Sicura. Ha tolto il top. Niente reggiseno. Tette sode, perfette, sudate. Ha abbassato i leggings. Perizoma invisibile, la figa rasata, era proprio bella.

«Guarda» ha detto. «Solo guarda.»

Si è appoggiata contro l’armadietto e ha iniziato a toccarsi. Due dita tra le labbra della figa, poi il clitoride, umida, calda, sfacciata. Io ero di pietra. Il cazzo durissimo dentro i pantaloni, il respiro bloccato.

«Puoi segarti, se vuoi. Ma non mi tocchi. Solo guardi. Mi piace farmi guardare.»

E l’ho fatto. Mi sono abbassato i pantaloni. Ho cominciato a segarmi forte, guardando le sue dita sparire dentro di lei. Le sue tette che saltavano.La figa che schizzava sul pavimento, proprio come fanno certe ragazze nelle cam dedicate allo squirting. Il suo orgasmo che la piegava in due. Io sono venuto subito dopo, sborrando per terra, davanti a lei.

Lei ha sorriso, si è pulita con un asciugamano.
«Ci vediamo mercoledì?»
E mi ha lasciato lì. Ancora con il cuore che batteva come un dannato.

Non ero mai stato così in tensione dopo un allenamento. Sara si muoveva tra le macchine con lentezza provocante. Ogni passo sembrava calcolato. Leggings aderenti, top bianco semi-trasparente, capezzoli tesi visibili sotto. La stessa donna che pochi giorni prima si era fatta vedere nuda e masturbandosi nello spogliatoio e mi aveva obbligato a venire guardandola.

Quella sera, però, era diversa. Non mi parlava. Ma ogni tanto mi fissava. Mi studiava. Mi sfilava con gli occhi. Poi, mentre uscivo, si è avvicinata al mio orecchio e ha sussurrato: «Esci, gira a sinistra. Troverai la mia macchina. Ma non entrare. Guardami da fuori. Sono uscito come un automa, il cuore in gola, il cazzo già duro sotto i pantaloni da allenamento.


Parcheggiata in fondo al cortile, una Golf nera. Finestrini scuri. Interni illuminati da una piccola luce bianca. Lei era già lì, seduta lato guida. Appena mi ha visto, ha abbassato lentamente il finestrino di qualche centimetro. Io mi sono avvicinato. Silenzio. Solo il mio respiro pesante e la sua pelle nuda sotto il top. Con movimenti precisi, ha sfilato il reggiseno da sotto il top. Poi ha alzato lentamente la maglietta. Le tette perfette sono uscite libere, gonfie, lucide di sudore.

Le ha accarezzate con lentezza, guardandomi negli occhi, si massaggiava i capezzoli, leccava le dita, mentre con l’altra mano si slacciava i leggings. Ha sollevato il bacino e li ha sfilati lentamente, lasciandosi solo un micro perizoma. Poi anche quello è volato via. Era completamente nuda, seduta nel sedile della macchina. E io fuori. Come un cane al guinzaglio.

Ha preso la borsa. Ne ha tirato fuori un vibratore nero lungo e curvo. Lo ha passato tra le cosce. Il rumore del toy acceso, la sua pelle che si apriva, la figa bagnata che lo divorava. Gemiti. Respiri lenti. Il viso arrossato. La testa rovesciata all’indietro. Ogni centimetro di lei si offriva ai miei occhi. Poi ha afferrato un altro oggetto: un plug anale rosa, lo ha leccato piano, si è bagnata un dito con la saliva… E lo ha infilato lentamente nel culo. Tutto. Fino in fondo.
Con un sospiro.

Io stavo impazzendo, mi sono abbassato i pantaloni. Mi sono segato forte, guardandola scoparsi con due sex toys come una pornostar, ma vera, lì, a due metri da me, nuda in auto sotto il cielo di giugno. Quando è venuta, ha gridato forte. Ha squirtato sul sedile, sul volante, mentre il vibratore tremava tra le gambe aperte. Il plug le tremava dentro. Il viso in estasi. Io sono venuto subito dopo, sborrando contro il finestrino della sua macchina, sporco, senza controllo.

Lei mi ha guardato, ha sorriso. Ha acceso una sigaretta e, senza pulirsi, ha detto: «Bravo. Hai resistito bene. Ma la prossima volta… voglio che mi guardi mentre lo faccio con un altro. E tu non tocchi nemmeno il cazzo.»

Poi ha tirato su il finestrino. Ed è sparita nel buio, con il vibratore ancora acceso tra le cosce.

Hai mai desiderato guardare una ragazza vera mentre si masturba con i sex toys? Scopri le migliori cam voyeur italiane, oppure entra tra le cam con ragazze che si toccano in diretta. Puoi solo guardare. E forse… venire.
× 💌 Entra nel canale segreto di Viola su Telegram!